Forse non tutti sanno che il vino non è considerato un prodotto adatto a chi adotta una dieta vegetariana e vegana. A volte non lo sanno gli stessi vegetariani e vegani! Questo perché non sempre è noto il metodo di produzione di questo alimento e si deduce, erroneamente, che esso sia di composizione esclusivamente vegetale; in molti casi, inoltre, sono gli stessi produttori a fare utilizzo di diciture generiche ma assecondate dalla legge per mascherare l’impiego di ingredienti di origine animale.
Come fare dunque?
Oggi, giovedì 1 novembre 2018, si festeggia il World Vegan Day, giornata mondiale dedicata alla promozione e condivisione dell’alimentazione e dello stile di vita vegano. In questa occasione vi raccontiamo come e in che modo un vino può essere vegetariano o vegano, perché ne esistono!
Sono ormai molte le cantine che producono vini che, oltre alla certificazione biologica, seguono un disciplinare dedicato proprio alla realizzazione di un prodotto cento per cento vegetale. Tale disciplinare è, tra gli altri, la certificazione ICEA: essa è stata sviluppata in collaborazione con LAV – Lega Anti Vivisezione e punta proprio a valorizzare i prodotti food Bio-Vegetariani e Bio-Vegan, che sono identificati con dei marchi dedicati, tra i quali appunto figurano anche quelli vinicoli. Quella ICEA tuttavia non è l’unica certificazione esistente: tra le altre segnaliamo la Qualità Vegetariana Vegan, promossa invece da AVI – Associazione Vegetariana Italiana, e la V-Label, una delle più conosciute.
La dieta vegana è un regime alimentare che consente di nutrirsi esclusivamente di prodotti vegetali: niente carni, dunque, ma nemmeno derivati di animali come il latte (in tutti i suoi molteplici utilizzi), le uova, il miele e così via; la dieta vegetariana invece prevede il consumo di derivati animali ma non della carne animale (di qualsiasi specie si tratti). Nel caso del vino, il punto di rottura è nel fatto che nel processo produttivo vengono spesso utilizzati degli additivi e dei coadiuvanti tecnologici di origine animale, ovvero sostanze impiegate a favorire i processi di vinificazione e che al termine di tali processi vengono eliminate, ma di cui non si può garantire la scomparsa al cento per cento. Gli esempi più classici di tali coadiuvanti sono albumina, caseina, gelatina e colla d’ossa o di pesce, i quali sono principalmente utilizzati per chiarificare il vino. Al loro posto invece può essere utilizzata per esempio la bentonite, un minerale (dunque non animale) capace di ottenere il medesimo risultato.
Anche alcune delle cantine associate al nostro biodistretto, il BioVenezia, hanno ottenuto le certificazioni di cui abbiamo parlato. Vi rimandiamo dunque ai loro siti per conoscere i loro prodotti certificati.
► Le Carline
► Cantina Pizzolato
► Corvezzo Winery
Anche il nostro socio il Consorzio di Tutela della DOC Prosecco raccoglie al suo interno alcune cantine che realizzano vini certificati vegetariani e vegani come per esempio la Cantina Colli del Soligo.
Il perché oggi si dovrebbero realizzare vini certificati vegetariani e vegani è presto detto: fino a poco tempo fa non se ne parlava nemmeno e invece negli ultimi due anni quello vegetarian e vegan è un mercato in grande espansione che coinvolge vini d’alto livello come il Chianti, il Lambrusco, e da noi in Veneto anche il Prosecco. I dati Eurispes del 2018 confermano che la popolazione italiana vegana e vegetariana si attesta sull’8% (stabile successivamente ad un forte aumento verificatosi nel 2017). Va anche detto, come sottolineato da molti studi, che c’è un evidente aumento nel consumo di prodotti vegetariani e vegani anche da parte di chi mantiene in linea di massima una dieta onnivora: questi prodotti vengono infatti generalmente considerati più genuini e sani o semplicemente meno impattanti a livello ambientale.
Buon World Vegan Day a tutti!
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