Comunicato tecnico n°8-2018 – 14 agosto 2018
Botrite e Marciume acido in maturazione – Alcune pratiche di fine stagione
Botrite
I primi segni di botrite si sono manifestati quest’anno molto presto sulle foglie. Attualmente nei pinot si osservano focolai nei grappoli, fermi data l’assenza di piogge. Gli attacchi partono dall’interno del grappolo dove la botrite era rimasta latente sui residui fiorali. Si notano anche focolai di marciume acido.
La gestione della chioma, durante la stagione, è stata determinante per ridurre i danni assieme all’intervento con antibotritici applicati a fine fioritura e prima della chiusura dei grappoli.
In questa fase si possono usare solo prodotti con brevissimo intervallo di sicurezza:
• Teldor (Fenhexamide) (7 giorni);
• 3logy (terpeni) (4 giorni);
• I prodotti usabili in viticoltura biologica (visualizzare tabella in allegato).
Marciume acido
È un problema serio legato soprattutto alle varietà a grappolo compatto (in particolare nei pinot). Le cause sono diverse: umidità elevata e costante, vigore vegetativo, temperature notturne elevate, concimazioni azotate elevate, ecc. A differenza della botrite non è controllabile con prodotti fitosanitari in quanto non è è causata da funghi ma da lieviti e batteri che vanno a degradare gli zuccheri in acido acetico (in particolare). L’accesso avviene spesso a causa di lesioni e/o ferite lievi sull’acino ed è diffuso dalla drosophila (moscerino della frutta). L’impiego del rame nelle fasi finali della difesa, favorendo un leggero inspessimento della buccia, riduce il rischio.
Lotta
Non esistono prodotti in grado di combatterlo. È possibile impiegare solo sostanze che vadano a ridurre il livello di umidità degli acini colpiti ma con risultati modesti quali (Il carbonato di potassio, la zeolite, ecc).
Alcune pratiche colturali di fine stagione
Vigneti giovani
Al fine di ottenere piante in condizioni ottimali per la ripresa vegetativa l’anno successivo, è importante:
- Continuare a difendere le viti dalla peronospora che continuerà, per l’alta umidità e bagnatura notturna, per il continuo accrescimento dei tralci;
- Non concimare con azoto, in questa epoca, perché produrrebbe un assetto vegetativo prolungato, rallentando la maturazione dei tralci, rendendo le viti meno resistenti al freddo invernale;
- Irrigare solo se le viti manifestano segni di sofferenza. L’eccesso di irrigazione può provocare gli stessi effetti della concimazione tardiva con azoto.
Prima della vendemmia
- Contrassegnare le viti con sintomi di mal dell’esca, per poterle potare separatamente alla potatura invernale. E segnare quelle completamente compromesse, per estirparle;
- Estirpare le viti con sintomi di flavescenza e di legno nero, al fine di ridurre l’inoculo;
- Prendere nota della presenza di eventuali malattie che, se trascurate, aumentano di pericolosità negli anni successivi: escoriosi, oidio, black rot, infestazioni da cocciniglie.
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