Nei giorni scorsi si è parlato molto di biologico a seguito dell’attacco scagliato su la Repubblica D da Elena Cattaneo, ricercatrice e docente di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e senatrice a vita.
L’articolo, che potete qui scaricare o leggere digitalmente, è stato pubblicato il 21 luglio di quest’anno e veicola l’opinione che l’agricoltura biologica non abbia nulla a che fare con la qualità dei prodotti e con gli interessi di difesa ambientale. «La Rivoluzione verde,» scrive la prof.ssa Cattaneo, «ha dimostrato che l’agricoltura più sostenibile è quella intensiva: grazie ai fertilizzanti, agli agrofarmaci e alla meccanizzazione dell’agricoltura, dal 1950 in poi la resa del frumento è quadruplicata». A guadagnarci dal biologico, secondo la senatrice, sarebbero solo gli agricoltori dediti a questo tipo di metodo, poiché finanziati da sussidi pubblici.
In risposta a questo articolo segnaliamo il pezzo pubblicato il 26 luglio su ytali.com dalla ricercatrice Tiziana Gomiero, che si domanda perché proprio il biologico sia posto al centro del mirino e non, per esempio, gli allevamenti intensivi di bovini o un certo utilizzo degli OGM. «Senza il biologico sarebbe certamente tutto più facile, non ci sarebbero alternative a cui guardare», sostiene fermamente Gomiero «Per cui si cerca di screditare il bio agli occhi dei consumatori, e in maniera più subdola di infiltrarlo per deviarlo verso fini precostituiti».
Qui per leggere l’articolo di Gomiero nella sua forma integrale.
Il 27 luglio invece, arriva anche una risposta da parte di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) nelle figure del genetista Salvatore Ceccarelli e del presidente di AIAB Vincenzo Vizioli. Condividiamo volentieri il loro pezzo, anche per ricordare che AIAB Veneto figura tra i soci fondatori del nostro Biodistretto. A questo link è possibile leggere la risposta dei due studiosi, che riprende punto per punto l’attacco della senatrice Cattaneo. In definitiva, secondo gli autori del pezzo, il biologico «fa bene a tutti».
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